Nouronihar
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Per organo
Descrizione
‘Una melodia che ha la forza di un ritratto. Un apologo sulle molte seduzioni terrene: del Danaro, della Carne, della Letteratura.’
‘La dolce e ingenua Nouronihar viene condotta dalle potenze infernali in una grotta colma di ori e gemme luccicanti. Voci fuori campo la informano che se accetterà di sposare Vathek, tutti i tesori appartenenti ai Sultani Preadamitici saranno a sua completa
disposizione. Nouronihar accetta di buon grado.’
‘Avvolta in un seducente scintillio di campanelli, la melodia racconta di come il Danaro spesso può comprare la Virtù.’
Una meditazione tardo-Novecentesca su quell’esotismo estetizzante a cavallo fra il Sette e l’Ottocento da cui, come ben sappiamo, né Mozart né Rossini, né Voltaire né Coleridge furono immuni. E se con tutta probabilità Nouronihar fu indirettamente ispirata
da “Orientalismo” di Edward Said, essa fu certamente istigata dalla lettura del “Vathek” di William Beckford, novella orientale che costrinse seriamente l’autore ad accarezzare l’idea di cavar da essa un’opera. Per ora c’è Nournonihar.
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