Questo quarto appuntamento con i nostri “Fogli sparsi” è stato il lavoro più complesso e faticoso nel nostro percorso musicologico adattato all’evento liturgico.

Aggiungiamo che questa prima espressione editoriale sul tema non è che un bulbo in attesa di nuove fioriture “semplici”, perchè questo esperimentoha l’obbligo dell’approfondimento.

Tra i paradossi che si sono schiusi quando abbiamo toccato questo tema, c’è il fatto della ricerca, apparentemente senza problemi, all’interno di una casa editoriale che, nella sua storia centenaria, ha spesso usato la parola “facile”.

Era l’invito ai compositori storici, sostenuto dalla preoccupazione di servire la liturgia con strutture adattabili al canto dell’assemblea, o al cenno del coro e dell’organista impegnati a condecorare. Ma “facile” non vuol dire “semplice”. La 2simplicitas” prevede una categoria filosofica ed artistica superiore, obbliga ad un pensiero raffinato perchè ha l’intento di superare la funzionalità del facile arrivando ad una soglia che vuole attingere ad un concetto di riuscita d’arte.