La flessibilità del gregoriano nell’immacolato snodarsi del canto che sboccia in polifonia, commenta da solo questa raccolta, un «unicum» di Orlando di Piazza che qui presenta non solo le parti fisse della «Missa Orbis Factor», ma anche le parti mobili. Siamo ormai abituati non solo a leggere la letteratura dell’autore friulano ma anche a discutere e far crescere con l’autore i progetti che poi si tramutano nelle pagine di «Polyphonia», rivista che molte volte ha ospitato la musica del maestro. I lettori più attenti ricorderanno i suoi mottetti dispiegati a commento dell’anno liturgico, le composizioni sui temi mariani che ci hanno consentito di compilare un altro fascicolo fortemente caratterizzato in quanto a stile e sapore polifonico il cui sigillo rammenta il lungo itinerario di ricerca che nasce da un angolo del basso Friuli, ad Aiello, paese dove Dipiazza è nato nel 1929, e dove il viaggio culturale si è formato con la direzione di coro e la composizione per coro. Come se la vita, la preghiera e il linguaggio non potessero fare a meno delle quattro voci che si rimirarano o si rincorrono. Il tutto con un passo cadenzato e attento alla strada da percorrere, quasi a rispettare l’aforisma di Bruno Bettinelli (e spesso citato da Dipiazza) il quale amava ripetere. «Per comporre bisogna avere un po’ di talento, studiare molto e non avere fretta di conseguire il successo».